La Sierra Leone è stata segnata per oltre un decennio da violenti scontri. Molti ragazzi sono stati arruolati come bambini soldato e tanti bambini hanno assistito alle atrocità della guerra, con violenze, abusi e la morte dei propri cari. Il Paese è uno dei più poveri al mondo, con un tasso di alfabetizzazione di appena il 38%.
L’alto flusso di migrazione all’interno del paese, unito agli abusi sessuali perpetrati durante il conflitto armato, hanno contribuito ad aumentare il tasso di infezione dell’HIV. Nonostante buona parte della popolazione abbia sentito parlare di AIDS, pochi conoscono le dinamiche della sua trasmissione e tanti sono i tabu legati alla malattia.
Children in Crisis lavora in Sierra Leone dal 1999 in partnership con il FAWE (Forum for African Women Educationalists) SIERRA LEONE con l’obiettivo di ricostruire e riabilitare le strutture scolastiche e formare nuovi insegnanti, in particolar modo per implementare l'educazione alla prevenzione contro l'HIV/AIDS. Sono state riabilitate 11 scuole e formati oltre 300 insegnanti.
CHILDREN IN CRISIS IN SIERRA LEONE
A partire dal mese di Aprile 2012 e per 20 mesi, Children in Crisis ha portato avanti un progetto nella regione rurale di Kambia, con l’obiettivo di arginare l’abbandono scolastico, la discriminazione nei confronti delle bambine, l’alto tasso di analfabetismo tra gli adulti e la scarsa preparazione degli insegnanti attraverso una serie di interventi che coinvolgano tutta la comunità locale, per individuare le radici di questi problemi e agire insieme per il cambiamento.
Nella regione di Kambia, il 71% delle donne e il 51% degli uomini è analfabeta e solo il 43% degli insegnanti ha una preparazione adeguata. Nella regione, circa il 30% dei bambini non va a scuola e si registra un altissimo tasso di abbandono scolastico già nella scuola primaria.
La strategia di Children in Crisis in Sierra Leone è di sviluppare una metodologia che porti al miglioramento del sistema scolastico e della qualità dell’istruzione anche in aree estremamente remote come quella di Kambia, dove le risorse economiche stanziate dallo Stato centrale sono molto poche. Si tratta di interventi che coinvolgono a fondo tutta la comunità e che si svilupperanno seguendo diversi obiettivi:
• Individuare le principali barriere all’istruzione per i bambini, lavorando con i genitori e tutta la comunità per sviluppare un piano di intervento e trasferire quelle competenze non solo nella costruzione di scuole, ma anche attraverso corsi di formazione e alfabetizzazione. Questa fase coinvolgerà 3 comunità Gbeleh Dixom, per un totale di 375 bambini;
• Alfabetizzazione degli adulti, attraverso corsi che usano la metodologia “REFLECT” che fornisce in primo luogo competenze linguistiche usate nel quotidiano. L’alfabetizzazione, oltre ad avere benefici diretti sulle persone che seguono i corsi, porta gli adulti ad essere più coscienti del valore dell’istruzione per tutti, anche per i loro figli e per le donne;
• Educazione e rispetto dei diritti delle donne: individuando e cercando di abbattere attraverso l’istruzione e la sensibilizzazione tutte le barriere e i pregiudizi nei confronti di bambine, ragazze e donne;
• Formazione nella gestione dei fondi e nell’organizzazione. Uno dei problemi maggiori in questi contesti è l’incapacità di gestire i pochi fondi a disposizione: spesso i genitori non mandano i figli a scuola perché non hanno i soldi per i libri o per le uniformi. Attraverso dei corsi e dei forum di discussione, l’obiettivo è quello di far sì che i genitori imparino a gestire ed organizzare al meglio le risorse economiche a loro disposizione.