Il progetto per l'autonomia di Joseph
Joseph Umar Dumbuya, ragazzo cresciuto nel Centro Residenziale e di Riabilitazione, è ora diventato adulto e desideroso di autonomia sia personale che economica.
Ci è stato pertanto presentato un progetto nuovo nell'ambito del nostro sostegno alla comunità, un progetto per dare indipendenza a Joseph.
Il progetto si è diviso in diverse azioni: inizialmente abbiamo sostenuto le spese finanziarie per la sua formazione garantendogli l'accesso ad un corso in "business management" grazie al quale ha ora le competenze per gestire una startup. Il suo business si incentra sul mobile money transfer and electronics.

La seconda parte del progetto riguardava il sostegno finanziario alla costruzione della sua abitazione e un pozzo connesso per garantirgli l'accesso all'acqua potabile.

Joseph ha ora la possibilità di essere indipendente nella vita personale e lavorativa.

GRAZIE A..
Simona e Alessandro Longo per aver finanziato la costruzione del pozzo.
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9 aprile 2009: un giorno che non dimenticherò mai
"Mi chiamo Joseph Umar Dumbuya e in quel periodo vivevo con mia nonna in un villaggio chiamato Gbalan Makuku, Masungbalan Chiefdom nel Distretto di Kambia.
La mia vita era difficile e le sofferenze tante, non avevo un letto, dei vestiti, il cibo e non potevo andare a scuola.
In quel periodo soffrivo molto, tutti nel villaggio mi guardano con disprezzo per via della mia disabilità, nessuno si prendeva cura di me tranne mia nonna, una signora molto anziana.
Quando mia nonna morì andai a vivere con mia sorella Mayealie Conteh e suo marito, un insegnante, quest'ultimo decise di aiutarmi procurandomi una sedia a rotelle.
Il giorno in cui ricevetti la sedia a rotelle fu uno dei più felici della mia vita perché potevo andare a scuola e spostarmi da un posto all'altro per visitare gli amici del villaggio.
Pensavo che le mie difficoltà sarebbero finite avendo una sedia a rotelle ma ne ho dovute affrontare molte altre a scuola: non sapevo scrivere e parlare inglese, non conoscevo nessuno e nessuno era amichevole con me per via della mia disabilità: ero emarginato.
Mi sentivo a disagio a scuola e per questo iniziai a pensare alla mia disabilità ponendomi molte domande imbarazzanti che si sono aggiunte alla vita stressante che vivevo a scuola e nella comunità. Quando tornavo a casa ero sempre molto triste per via della stigmatizzazione e discriminazione che subivo a scuola, mia sorella mi chiedeva come mai non fossi felice ma io non riuscivo a raccoltarle la verità.

Un giorno riuscì finalmente a conoscere un amico a scuola, Alpha, con lui ricominciai a sorridere. Lui mi aiutò ad imparare a scrivere, poco per volta migliorai e anche la mia insegnante si accorse facendomi i complimenti e promuovendomi con ottimi voti. Per due mesi però non riuscì a frequentare la quinta classe, la mia carrozzina si era rotta e non potevo andare a scuola. Non vedendomi a scuola Alpha, il mio amico venne a trovarmi e vedendomi in lacrime mi chiese il motivo. Quando gli spiegai che la mia sedia a rotelle si era rotta lui si propose di aiutarmi, decise di portarmi ogni giorno a scuola sulla sua schiena, ma purtroppo dopo poco tempo Alpha si dovette trasferire con la famiglia a Freetown. Eravamo molto tristi.
Da quel momento decisi di non andare più a scuola e iniziai fare cose sbagliate, fumavo e mi comportavo male, soffrivo nel vedere gli altri ragazzi andare a scuola e a pensare al mio amico lontano.
Un giorno venne a trovarci mia zia Mariatu anche lei disabile e beneficiaria del progetto di WESOFOD chiedendo a mia mamma di potermi portare al Village of Hope a Bamoi Luma per farmi vivere con altre persone con disabilità e tornare a scuola.
Per me fu una cosa bellissima, nel mio villaggio soffrivo."

19 novembre 2013
"Il 19 novembre 2013 è fu un giorno felice, mi unì alla Welfare Society for the Disable - WESOFOD. Mia mamma e mia zia mi accompagnarono al Village of Hope e lì incontrai Joseph Alieu Kamara che vedendomi disse a mia mamma di volermi aiutare.
Quando finalmente iniziai a vivere con i miei fratelli e le mie sorelle fui molto felice e, allo stesso tempo, fu un grosso cambiamento, non ero abituato, per esempio, a mangiare due volte al giorno."

Joseph